domenicosisto

The BUBI

Mi compare THE BUBI in un selfie all’angolo di Kensington Road. 

Ha l’aria di chi è indaffarato, no forse di più, un pò agitato o meglio schizzato.

Poi di nuovo riappare è sta incollato sul muro bianco di una tonnara affacciata sul mare del Salento.

Lui è apolide. Potrebbe essere un ricco faccendiere truccato da povero  

o un anonimo povero nato per sbaglio su un volo Ryanair proveniente da Bangkok.

Non è vegano, non è animalista, non è ambientalista, non è certo un conformista.

Non va sopra, non va sotto, non va a desta, non va a sinistra. 

Non è un altruista ma sicuramente è un egoista.

Lui non è omologato è un romantico inguaribile individualista.

Paolo Dossena

IL PLAGIO

Certo è una parola ” il plagio ” che suona antica

È una parola antica – Fa pensare al rispetto dovuto ad un’opera in qualche modo “rubata” depredata, quasi un’appropriazione indebita di una luce di creatività accesa nella fantasia meravigliosa della mente di un essere umano.

È una parola antica perchè è superata dagli eventi e dal sistema, che ha fatto del plagio l’unico vero sistema.

Mai come oggi la fruizione dell’opera sta al massimo, è
diventata altissima, globale, universale, totale e mai più di oggi il rispetto, la tutela e il relativo compenso per l’autore dell’opera (sia essa musica parola o immagine ) è inversamente proporzionale al suo successo. 
Tutto è plagio.
La civiltà che oggi conosciamo non si basa certo sul rispetto dell’opera dell’ingegno – sulla tutela dell’ atto creativo individuale – sulle regole che dovrebbero gestire l’utilizzazione e lo sfruttamento  
di questo bene immateriale e fondamentale. 
È tutto preda di chi possiede gli strumenti e controlla la comunicazione.
Ben venga quindi l’arte di appropriarsi, rivitalizzare ridando loro vita, le tradizioni popolari le “radici” tirandole fuori dalle bacheche ammuffite degli etnomusicologi – Ben vengano anche gli autori, gli artisti che si ispirano con emozione e sensibilità ad opere che inevitabilmente rientrano in un dna universale – 
e che diventano il patrimonio comune di un epoca di un territorio e di una cultura.

Paolo Dossena

NON E’ SOLO MUSICA TRAP


10 Dicembre 2018
NON E’ SOLO MUSICA TRAP

La Musica batte dove ti porta la strada
in questo tempo senza luci abbaglianti,
senza colori e senza ideali
in questo tempo che sembra non avere futuro – 
il futuro sono loro – sono loro     “i Poeti di Oggi”.
Ci cantano i loro racconti fatti di parole fredde e pesanti come questo 
presente, dove non c’è retorica, dove non c’è finzione, dove c’è molto di
più, di diverso e di nuovo            
 “i Poeti di Oggi”  
Nessuno rinnega le nostre solite (vecchie o nuove, odiate o amate) 
buone canzoni –  loro sono la colonna sonora della nostra vita,  
sono dei pezzi di storie,  sono i ricordi che abbiamo vissuto. Ma noi siamo stanchi e ora è diverso. Il cielo anche per noi è cambiato e non ha lo
stesso colore –          
Il giorno che viene è di questi ragazzi che fanno il futuro –        
non è solo una moda che passa e che vola – E’ una nuova stagione che
viene cantando come un vento di  primavera “i Poeti di Oggi” dove non
c’è retorica, dove non c’è finzione, dove c’è molto
più di quel che sembra, è un linguaggio diverso, nuovo.

Io continuerò ad ascoltare Mozart e Skrillex – Chopin e I Led Zeppelin, –
Jacques Brel e Prince – Dionne Warwick e Amy Winehouse.
Continuerò a farlo con passione, con emozione, con devozione,
ma io non sputo su questi ragazzi e non chiedo loro di far finta di essere quel che non sono e non potranno mai essere.Cercherò di capire ed
essere vicino. 

Paolo Dossena
CNI Compagnia Nuove Indye